”Sì lunga tratta di gente, io vidi, che di venire a pareggiar pareva innumera“ Dante Alighieri Citazione XIV secolo Italia 0 0 0 0 Scrivi il primo commento Significato Il significato della frase si può interpretare come un'osservazione della smisurata quantità di anime che popolano il vestibolo dell'inferno. Questi sono i cosiddetti "ignavi", coloro che in vita non presero mai una posizione decisa, né per il bene né per il male. L'idea di innumerevoli anime che cercano di allinearsi può rappresentare la loro vana ricerca di riconoscimento e pace, una condizione di eterno tormento. Allegoria L'immagine rappresenta visivamente una fila interminabile di anime per trasmettere la sensazione di una moltitudine senza fine, rispecchiando l'idea di "innumera" di Dante. Ogni anima è raffigurata come un'entità tormented in cerca di una riconoscimento, simboleggiando la loro condizione di eterna incertezza. Il paesaggio cupo e nebuloso dello sfondo richiama l'ambiente del vestibolo dell'inferno, creando un'atmosfera di disperazione e indeterminatezza. Gli elementi inquietanti, come ombre sottili o figure vaghe, servono a intensificare il senso di tormento e penitenza senza fine. L'uso di tali compenenti rende visibile l'assenza di scelta e la sua conseguenza nella visione dantesca. Applicabilità Il messaggio che si può trarre da questa frase è l'importanza di prendere delle decisioni e schierarsi durante la propria vita. Restare neutrali, evitare responsabilità e non agire possono condurre a una condizione di mancata realizzazione e rimpianto. Questi concetti si applicano anche a situazioni quotidiane in cui la mancanza di azione e impegno può portare a risultati deludenti o inesistenti. Impatto Questa frase ha avuto un grande impatto sulla letteratura e la cultura occidentale. "La Divina Commedia" di Dante Alighieri è una delle opere più studiate e commentate della storia, influenzando numerosi autori, filosofi e artisti. L'immagine degli ignavi e del loro destino ha stimolato riflessioni profonde sulle conseguenze dell'inazione e dell'indifferenza. Contesto Storico Nella "Divina Commedia", Dante scrisse questi versi tra il 1308 e il 1320. Durante questo periodo, l'Europa medievale attraversava significativi cambiamenti socio-politici, con continui conflitti tra fazioni come i Guelfi e i Ghibellini. Dante stesso, esiliato da Firenze, sperimentò queste tensioni personalmente, il che influenzò profondamente la sua opera. Il concetto di "ignavia" si riflette nella politica della sua epoca, dove l'indifferenza poteva significare tradimento. Critiche La rappresentazione degli ignavi ha suscitato critiche in quanto può essere vista come una condanna severa di coloro che, per varie ragioni, non agirono in modo decisivo. Alcuni studiosi hanno suggerito che tale visione sia troppo drastica, considerando che in certe situazioni la neutralità può derivare da una necessità o da un contesto complesso. Tuttavia, Dante sembra voler sottolineare che l'assenza di scelta e azione abbia conseguenze significative e meriti una riflessione. Variazioni Non esistono variazioni dirette di questa frase specifica, ma il tema dell'indecisione e delle conseguenze della neutralità è presente in molte opere e culture. Ad esempio, il concetto di non-agire come peccato è centrale anche nelle filosofie orientali, come nella Bhagavad Gita, dove Krishna esorta Arjuna a prendere decisioni coraggiose nel campo di battaglia, rifiutando l'indifferenza. Torna alla descrizione 280 caratteri rimasti Invia Commento Nessun Commento S'altra vita non è, perché a questa, non date voi la più parte del core? Ugo Foscolo Scopri di più Già era in loco ove s'udia 'l rimbombo, dell'acqua che cadea ne l'altro giro, simile a quel che l'arnie fanno rombo. Dante Alighieri Scopri di più Chi semina vento raccoglie tempesta. Cultura popolare Scopri di più Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate. Dante Alighieri Scopri di più Quivi la brutta Eritón crepava, che richiamò le ombre a' corpi sui. Dante Alighieri Scopri di più E io: 'Maestro, che è tanto greve, a quelle che lamentar li fa sì forte?'. Dante Alighieri Scopri di più Tu proverai sì come sa di sale, lo pane altrui, e come è duro calle, lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. Dante Alighieri Scopri di più E come i stornei ne portan l'ali, nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali. Dante Alighieri Scopri di più Oltre la spera, che più larga gira, passa 'l sospiro ch'esce del mio core. Francesco Petrarca Scopri di più Oh imaginativa che ne rube, tal volta sì di fuor, ch'om non s'accorge, però ch'altri sensi ad essa tùbe! Dante Alighieri Scopri di più In la sua volontade è nostra pace. Dante Alighieri Scopri di più Potrai salvere le tue preferenze e inserire commenti. Potrai salvere le tue preferenze e inserire commenti. Sign in with: or with your email address: Email Password Accedi Loading... Nome Inserisci il tuo nome o nickname (da 3 a 20 caratteri). Email Inserisci un indirizzo email valido da verificare. Password 8+ caratteri, 1 maiuscola, 1 minuscola, 1 numero, 1 carattere speciale @$!%*?_+ Cliccando sul pulsante di registrazione riceverai un'email di verifica e si chiuderà questa finestra. Crea account Nuovo qui? Crea un account. Precedente Chiudi
Già era in loco ove s'udia 'l rimbombo, dell'acqua che cadea ne l'altro giro, simile a quel che l'arnie fanno rombo. Dante Alighieri Scopri di più
E io: 'Maestro, che è tanto greve, a quelle che lamentar li fa sì forte?'. Dante Alighieri Scopri di più
Tu proverai sì come sa di sale, lo pane altrui, e come è duro calle, lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. Dante Alighieri Scopri di più
E come i stornei ne portan l'ali, nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali. Dante Alighieri Scopri di più
Oltre la spera, che più larga gira, passa 'l sospiro ch'esce del mio core. Francesco Petrarca Scopri di più
Oh imaginativa che ne rube, tal volta sì di fuor, ch'om non s'accorge, però ch'altri sensi ad essa tùbe! Dante Alighieri Scopri di più