”Oh imaginativa che ne rube, tal volta sì di fuor, ch'
om non s'
accorge, però ch'altri sensi ad essa tùbe!“

{ $page->featured_image_alt }
0
0
0
0
Fullscreen Allegory Image
Significato
La frase parla del potere dell'immaginazione (immaginativa) che può talvolta distrarre una persona così tanto dall'esterno (di fuor) che non si accorge di ciò che sta accadendo intorno a lui (om non s'accorge), perché gli altri sensi (altri sensi) sono offuscati (tùbe). Esprime il concetto che la mente può essere così assorbita dai suoi pensieri e fantasie che può perdere la percezione della realtà esterna. Dante esplora la natura dell'immaginazione, suggerendo che può tanto rivelare quanto ingannare, distogliendo l'attenzione dai sensi e dalle percezioni immediate.
Allegoria
L'immagine rappresenta visivamente il concetto dantesco dell'immaginazione che ruba l'attenzione dai sensi, con una figura umana sospesa tra realtà e sogno. Gli elementi sono progettati per coinvolgere l'osservatore e fargli comprendere l'equilibrio tra la realtà esterna e il ricco mondo interiore dell'immaginazione. L'aura attorno alla testa rappresenta la profondità dell'immaginazione, mentre la sfumatura tra i due mondi sottolinea la continua transizione che la mente può vivere. Gli oggetti simbolici come i libri e le note musicali amplificano il tema dell'immaginazione conferendo un senso di varietà e ricchezza al mondo interiore.
Applicabilità
Questa riflessione sull'immaginazione può essere applicata nella vita di tutti i giorni, sottolineando l'importanza dell'equilibrio tra la contemplazione interiore e la percezione della realtà esterna. Nel mondo moderno, con l'avvento della tecnologia e la sovrastimolazione, è facile lasciarsi assorbire dalle proprie riflessioni o dalle distrazioni digitali, perdendo il contatto con il presente e le esperienze reali. Mantenere un equilibrio tra introspezione e consapevolezza del momento può migliorare la nostra capacità di vivere pienamente e autenticamente.
Impatto
"La Divina Commedia" ha avuto un impatto duraturo sulla letteratura, la teologia e la filosofia occidentali. La frase in questione evidenzia il potere e la complessità dell'immaginazione, tema che ha influenzato non solo studi letterari ma anche riflessioni filosofiche e psicologiche. L'opera ha ispirato numerosi artisti, poeti e pensatori attraverso i secoli, diventando un pilastro della cultura occidentale.
Contesto Storico
Dante scrisse "La Divina Commedia" tra il 1308 e il 1320, durante il Medioevo italiano. Questo era un periodo di grande fermento intellettuale, culturale e religioso. L'opera riflette molte delle tensioni e delle tematiche dell'epoca, come la spiritualità, la politica e la moralità.
Critiche
Non esistono critiche specifiche alla frase in questione, ma l'opera di Dante è stata oggetto di molteplici analisi e dibattiti. Alcuni hanno criticato la sua complessità e l'uso del volgare (italiano dell'epoca) al posto del latino. Tuttavia, queste scelte stilistiche sono anche ciò che rende l'opera accessibile e rivoluzionaria.
Variazioni
Non esistono variazioni dirette, ma molte culture hanno riflessioni sull'immaginazione simili. Nella filosofia orientale, in particolare nel Buddismo Zen, c'è un'attenzione particolare alla consapevolezza del momento presente e alla liberazione della mente dalle illusioni, concetti che rimandano alla riflessione dantesca.
280 caratteri rimasti
Invia Commento

Nessun Commento

  • {S'altra vita non è, perché a questa, non date voi la più parte del core?}

    S'altra vita non è, perché a questa, non date voi la più parte del core?

    Ugo Foscolo

  • {Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, questa selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinova la paura!}

    Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, questa selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinova la paura!

    Dante Alighieri

  • {L'amore è cieco, e gli amanti non vedono le belle follie che essi stessi commettono.}

    L'amore è cieco, e gli amanti non vedono le belle follie che essi stessi commettono.

    William Shakespeare

  • {Oh, se solo avessi seguito le arti!}

    Oh, se solo avessi seguito le arti!

    William Shakespeare

  • {E come i stornei ne portan l'ali, nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali.}

    E come i stornei ne portan l'ali, nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali.

    Dante Alighieri

  • {E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l'acqua perigliosa e guata.}

    E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l'acqua perigliosa e guata.

    Dante Alighieri

  • {E io: 'Maestro, che è tanto greve, a quelle che lamentar li fa sì forte?'.}

    E io: 'Maestro, che è tanto greve, a quelle che lamentar li fa sì forte?'.

    Dante Alighieri

  • {Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sopra te corono e mitrio.}

    Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sopra te corono e mitrio.

    Dante Alighieri

  • {Già era in loco ove s'udia 'l rimbombo, dell'acqua che cadea ne l'altro giro, simile a quel che l'arnie fanno rombo.}

    Già era in loco ove s'udia 'l rimbombo, dell'acqua che cadea ne l'altro giro, simile a quel che l'arnie fanno rombo.

    Dante Alighieri

  • {La bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei.}

    La bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei.

    Dante Alighieri